Spinto dagli artisti Gianni Dova e Guy Harloff, nel 1966 lascia la Sardegna per trasferirsi a Milano, dove frequenta la scuola degli Artefici di Brera, conoscendo Lucio Fontana e Roberto Crippa; di quest’ultimo diviene il principale collaboratore. Compie viaggi studio in Francia , Svizzera e Stati Uniti e realizza due opere a “quattro mani” con Crippa. Dai primi anni Settanta la sua ricerca ha conquistato la terza dimensione, creando superfici materiche lacerate da tagli irregolari e composizioni di linee rette che evidenziano l’ epidermide cromatica della pittura animate da forti contrasti di colore. Numerosi critici hanno scritto di lui, fra i quali: Michel Tapiè, Andrè Verdet, Marco Valsecchi, Roberto Sanesi, Raffaele De Grada, Domenico Porzio, Pedro Fiori, Franco Passoni, Eduard Stoma, Maurizio Sciaccaluga, Claudio Cerritelli, Marco Magniani, Cristiana Collu, Mimmo Di Marzio, Tilman Rothermel, Wolfgang Thein, Chris Steinbrecher.